#33 I MURALES
In un angolo dimenticato di una metropoli brulicante, dove gli edifici si allungavano verso il cielo come giganti di vetro e cemento, viveva Elia, un ragazzo di sedici anni con una passione per l'arte urbana e un segreto che nemmeno lui comprendeva del tutto. Aveva scoperto, quasi per caso, di poter alterare la realtà attraverso i suoi murales. Un tratto di pennello poteva far fiorire un giardino nel cuore di un vicolo grigio, o una bomboletta di vernice poteva aprire porte dove prima c'erano solo muri.
Elia non aveva mai condiviso questo suo dono con nessuno, temendo di non essere compreso o, peggio, di essere considerato un fenomeno da baraccone. La sua vita cambiò una sera di novembre, quando una figura enigmatica si presentò alla porta del suo piccolo appartamento, situato al piano terra di un vecchio edificio nei pressi del fiume che divideva la città.
La figura indossava un lungo cappotto scuro e un cappello a tesa larga che nascondeva il viso. "Elia," disse con voce profonda, "la città ha bisogno di te." Prima che Elia potesse rispondere o chiudere la porta, la figura era già scomparsa, lasciando dietro di sé solo una scia di foglie autunnali vorticanti.
Incuriosito e un po' spaventato, Elia decise di seguire l'invito misterioso. Prese la sua borsa con i materiali da disegno e uscì nell'aria fredda della sera, dirigendosi verso il cuore della città. Lungo il cammino, notò che i suoi soliti graffiti sui muri sembravano pulsare di una luce propria, quasi a guidarlo.
Giunse infine davanti a un'enorme muraglia di cemento, liscia e ininterrotta, che non aveva mai visto prima. Era come se fosse spuntata dal nulla. Senza pensarci troppo, Elia estrasse un pennello e iniziò a disegnare. Il suo tratto era sicuro, quasi guidato da una forza esterna. Disegnò una porta, dettagliata e invitante, con un manico d'ottone lucido. Quando pose il punto finale, la porta si materializzò con un leggero suono, come se fosse stata lì da sempre.
Aprendola, Elia si trovò in un mondo diverso, nascosto nel cuore pulsante della metropoli. Era un luogo di bellezza inaspettata, un giardino segreto circondato da alte mura, con piante rigogliose e fiori che brillavano sotto una luce soffusa e magica. Al centro del giardino vi era un albero maestoso, le cui foglie sussurravano in una lingua che Elia sentiva familiare, ma non poteva comprendere.
"Benvenuto, Elia," disse una voce gentile. Era una ragazza della sua età, con capelli che cambiavano colore come il cielo al tramonto. "Mi chiamo Clara. Questo è il Cuore della città, l'origine di tutta la magia che la permea. Ma ora è in pericolo."
Clara spiegò che il Cuore era l'essenza stessa della città, un'entità antica che aveva bisogno di essere nutrita da creatività e sogni. Senza di essi, la città stava lentamente morendo, diventando un luogo di desolazione e disperazione. "Solo tu," disse Clara, "con il tuo dono unico, puoi ravvivare il Cuore e con esso la città."
Elia accettò la sfida, seppur con timore. Nei giorni seguenti, sotto la guida di Clara, iniziò a creare opere d'arte in ogni angolo della città, ciascuna infusa di magia. Disegnava animali che prendevano vita e giocavano tra le strade, giardini che crescevano su asfalto e cemento, stelle che brillavano nelle notti più buie.
La città in poco tempo riprese vita, e anche i cuori dei suoi abitanti iniziarono a pulsare di battiti nuovi e la gioia e la felicità di vivere si infusero ovunque. Elia con i suoi murales e la collaborazione di Clara ridiedero vita a quella città grigia e triste.